Trieste, 15 luglio 2025 – Nell’ambito del Convegno tenutosi a Trieste presso la Camera di Commercio Venezia Giulia – con il supporto del Consorzio Sviluppo economico della Venezia Giulia e di Uniontrasporti – moderato da Massimo Marciani, è stato presentato lo studio “𝐒𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞𝐠𝐢𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐯𝐢𝐥𝐮𝐩𝐩𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐃𝐢𝐬𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐄𝐜𝐨-𝐍𝐚𝐮𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐅𝐫𝐢𝐮𝐥𝐢 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚 𝐆𝐢𝐮𝐥𝐢𝐚”.
Promuovere il turismo nautico d’alta gamma, attrarre Megayacht, investire in infrastrutture sostenibili e fare sistema: sono questi i capisaldi dello studio presentato da Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti. Il lavoro, commissionato con il supporto di Fit Consulting, analizza il potenziale del Friuli Venezia Giulia nel segmento del diportismo e della cantieristica di lusso, con l’obiettivo di creare un vero e proprio distretto econautico regionale.
“Parliamo di un settore che in Italia muove circa 80 miliardi di euro di valore aggiunto, con un effetto moltiplicatore di 1,8 sull’economia reale. Ma nei comparti più forti del nostro territorio, come la cantieristica, ogni milione investito può attivare oltre 2,5 milioni di ricadute”, ha sottolineato Fontanili.
Dati e trend in crescita
Secondo i dati del 13° Rapporto sull’economia del mare, la Blue Economy cresce del 16% annuo, ben più della media dell’economia nazionale. Anche l’occupazione mostra un segno positivo (+7,7%).
Il Friuli Venezia Giulia, seppure sesto per numero assoluto di posti barca, detiene il primato nazionale per densità (165 posti per km di costa). Con 2,7 miliardi di valore aggiunto legato all’economia del mare, il settore rappresenta oltre il 7% del PIL regionale.
Opportunità e nodi da sciogliere
“Il territorio ha grandi numeri e attori di primo piano – da Fincantieri a Monte Carlo Yachts – ma soffre un gap nei servizi e nelle infrastrutture rispetto a competitor come Slovenia e Croazia”, ha evidenziato Fontanili. Le tariffe di ormeggio risultano elevate e la qualità dei servizi (manutenzione, assistenza, rifornimenti) è giudicata insufficiente.
Le raccomandazioni: visione al 2035
Lo studio propone un piano d’azione in tre fasi:
2025–2027: definizione delle aree strategiche e del modello di governance del distretto.
2027–2030: realizzazione di nuove marine dedicate e avvio di cantieri per il refitting sostenibile.
2030–2035: attrazione di investitori esteri e consolidamento dell’ecosistema industriale.
Tra le misure chiave: tariffe agevolate per soste lunghe, promozione di un brand regionale della nautica di lusso, partecipazione a fiere internazionali, eventi esclusivi e pacchetti turistici integrati.
“Il distretto econautico è lo strumento per unire tradizione, tecnologia e sviluppo sostenibile. Con investimenti mirati e una regia condivisa, il Friuli Venezia Giulia può diventare un punto di riferimento nel Mediterraneo per il turismo nautico e la cantieristica d’eccellenza”, ha concluso Fontanili.
In chiusura, Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia e consigliere di Uniontrasporti, ha richiamato la necessità di un approccio condiviso e concreto per affrontare le sfide legate alla sostenibilità, alla formazione e allo sviluppo dei territori. Ha sottolineato l’importanza di una governance coordinata tra istituzioni pubbliche e investitori privati, per trasformare la visione strategica in progettualità reali e durature.
“Il nostro territorio ha tutto per competere: ora serve fare squadra e guardare lontano. Se vogliamo davvero fare un salto di qualità, dobbiamo attrezzarci bene e lavorare insieme”, ha affermato, evidenziando anche il ruolo chiave delle istituzioni: “La Regione non starà a guardare: ci sarà e ci supporterà nel percorso”.
Paoletti ha poi ribadito quanto sia fondamentale costruire un ecosistema istituzionale stabile e collaborativo, capace di ascoltare chi investe e creare le condizioni perché possa continuare a farlo: “Abbiamo un sistema che può funzionare, a condizione che continuiamo a fare rete, valorizzando ogni attore coinvolto”.
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